piombino in bici

storie e proposte del gruppo piombinese #salvaiciclisti

piano mobilità urbana – pianificazione e partecipazione

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Questo post sarà lungo, ma intanto segnatevi il 12 novembre, per chi vorrà esserci:

2014.10.22 piano mobilità

Alla luce di qualche discussione letta ieri, in cui ho visto inveire contro i ciclisti che secondo loro non potevano andare in un’area pedonale (peccato che ci possano andare), e in cui i problemi di sicurezza sembravano essere le bici e addirittura i pericolosissimi pedoni,

Alla luce di una mentalità strisciante che vede chi si sposta in bici nel migliore dei casi come un impiccio (in fondo se ti sposti in bici non hai di meglio da fare, mica devi andare a lavoro, no?), nel peggiore un ostacolo da spazzare via (e le cronache dell’ultimo mese ancora urlano di dolore)

Almeno per arginare la “partecipazione” di chi non conosce gli argomenti di cui parla, come ‪#‎salvaiciclisti‬ proveremo a essere presenti, per dare un contributo se richiesto, ma soprattutto per capire quali sono le intenzioni dell’amministrazione, e i margini di lavoro.

Proveremo a essere presenti per quanto il sottoscritto non creda molto nei processi partecipati in cui partecipano sostanzialmente tutti, inclusi i meno preparati a farlo
Per quanto personalmente preferirei una visione e un obiettivo chiaro, e dei tecnici informati e istruiti di conseguenza
Per quanto non riesca a togliermi dalla mente il modo in cui hanno affrontato la questione a Londra:

“Pubblica discussione? Processo partecipato? No, niente di tutto questo. A Londra hanno semplicemente deciso su quale criterio basarsi per decidere le politiche di trasporto in città.
Uno, uno soltanto: la salute. Punto.
Non “la salute, la sicurezza, il PIL, gli interessi dei bottegai, dei palazzinari, dei signori del cemento, delle lobby, dei sindacati dei dipendenti pubblici e giù giù fino all’ultimo scalzacani”.

Una volta deciso cosa realmente ti interessa non hai che da dare in mano la faccenda a professionisti competenti e mettere in pratica quello che suggeriscono.
Semplice, no? Già, troppo semplice.

Noi italiani, al contrario, siamo maestri nel complicare le cose semplici, siamo “cinture nere di confusione”, e decidiamo di metter mano ad un nuovo Piano Generale del Trasporto Urbano senza aver prima definito alcun criterio da seguire. Non è formidabile tutto ciò? L’idea è che il criterio lo definiremo “strada facendo”, mettendo a discuterlo ed elaborarlo privati cittadini e rappresentati di associazioni che saranno, nella migliore delle ipotesi, volontari entusiasti e (forse) competenti, sicuramente non dei professionisti e men che meno degli esperti.”

P.S. il virgolettato conclusivo è preso pari pari da un articolo di Marco Pierfranceschi che nasceva in funzione di quanto stava accadendo a Roma lo scorso febbraio.
Forse io sostituirei al parametro di riferimento la salute con la sicurezza, ma sostanzialmente lo trovo un approccio sensato

Ciononostante, non posso che apprezzare il fatto che finalmente qualcosa si muova
E che pare stia per iniziare il lavoro più importante: quello che supera la fare della “sensibilizzazione del cittadino” e entra nel merito pratico della questione

Chi vuole coordinarsi per concertare i punti prioritari, si faccia vivo qui o in privato

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