No, un momento. Aspettino a far festa gli appassionati di giardinaggio e coltivazione.
E state tranquilli, non avete sbagliato blog.
Si parla sempre di strade, mobilità urbana, e moderazione del traffico.
Mi ci voleva una visita all’ospedale, per farmi passare da Montemazzano, lungo la strada che da via Maestri del Lavoro sale verso i quattro pini.
Per tranquillità mi ero programmato un ECG, e ho voluto approfittare dell’occasione per provare a capire che strada fare. Anche nel lavoro che abbiamo fatto e presentato ad aprile al Comune per il Piano Urbano della Mobilità, l’ospedale lo avevamo lasciato volontariamente marginale nel quadro: troppo ripida via Forlanini, troppo in alto, decisamente scomodo da raggiungere per chi si suppone possa avere qualche problema di salute. Oltretutto la zona non è neanche poi così trafficata. L’unico intervento veramente risolutivo sarebbe quello di un miglior funzionamento dei mezzi pubblici, di cui si sente spesso lamentare la poca praticità, e lo scarso coordinamento con i traghetti.
Le biciclette, in ogni modo, restavano un’opzione abbastanza limite (anche se esiste la pedalata assistita, e anche i dipendenti dell’ospedale dovrebbero poter scegliere di andare a lavoro in bici).
Nulla però impediva di approfittare della gita forzata e andare in esplorazione di strade che onestamente difficilmente qualcuno percorre, a meno di non abitarci.
E tutto mi aspettavo, tranne che trovarmi di fronte allo spunto risolutivo, all’esempio perfetto di moderazione del traffico nei quartieri residenziali:
Per chi è meno pratico viene in aiuto wikipedia: “un woonerf è una strada dove pedoni e ciclisti hanno la precedenza e dove, grazie a una serie di accorgimenti, gli automobilisti sono costretti ad adottare comportamenti di guida più prudenti”
Il cartello di per sé è chiaro, circa quelle che sono le priorità: “i pedoni possono utilizzare tutto lo spazio stradale“, “i conducenti devono dare la precedenza ai pedoni“, “il limite di velocità è di 30 Km/h“.
Il concetto di fondo è quello degli spazi condivisi, il principio quello per cui in mancanza di regolazioni strette, chiunque sia alla guida di un mezzo tende ad adottare comportamenti improntati a una maggiore prudenza.
Tre regole semplici in fondo. Forse l’unica cosa che davvero potrebbe essere migliorata nel caso specifico è l’implementazione dei due dossi, attualmente unico impedimento fisico alla mancata applicazione dei principi di base, con dei parcheggi a lisca a formare delle chicane, o dei sensi unici alternati. Niente di fantascientifico, per chi manca di capacità di astrazione basta andare a vedere in corso a Venturina.
Aumenterebbe anche la capacità di sosta in strada, per chi si lamenta che “‘un c’è mai posto pélla macchina”.
Ma la cosa buffa, curiosa, stimolante, è che non serve più fare riferimento ai paesi del nord Europa, o ai comuni vicini, per dimostrare che basta volerlo e si può fare, a costi bassissimi e in tempi rapidi. L’esempio ce l’abbiamo a casa. Per vedere come potrebbe essere, qualche esempio in foto lo trovate cliccando QUI.
Si tratta solo, a questo punto, di replicare l’esperimento in zone residenziali centrali, dove il traffico è più intenso e ha maggior bisogno di essere moderato.
Cominciare dalle strade dove ci sono delle scuole potrebbe essere un’idea. E un bel segnale di una volontà precisa.