tutti vogliono il cambiamento,
nessuno vuole cambiare
Domenica scorsa c’è stato un gradito bis del lungomare liberato.
Bisogna riconoscere che, in una città ostile alle variazioni come Piombino, anche l’annuncio dell’intenzione di renderlo un appuntamento fisso per primavera e estate è un primo atto di coraggio.
In fondo c’è chi per spirito di appartenenza ad una squadra è stato capace di ridire anche di un evento che innegabilmente ha avuto un discreto successo di partecipanti, nonostante la seconda edizione si svolgesse in un giorno in cui già era possibile andarsene a Baratti o in costa Est.
Fatto sta che la restituzione degli spazi alle persone è piaciuta.
In ogni modo, siccome qui guardiamo soprattutto al futuro, oggi è uscito questo video:
E alcuni passaggi sono interessanti…
Prima il cronista dichiara:
“Ferrari si dice pronto a proseguire nel progetto di mobilità sostenibile sul lungomare, l’iniziativa offre la possibilità di ripensare piombino con nuove visioni […]”
Poi è il turno del sindaco, che afferma:
vogliamo dare gambe a questa iniziativa
vogliamo renderla permanente per la primavera e per l’estate perché è uno scorcio meraviglioso della nostra città
è una passeggiata splendida e quindi deve essere valorizzata anche questa zona”
E conclude:
“nei periodi di crisi dobbiamo avere coraggio, dobbiamo cambiare le nostre abitudini dobbiamo migliorarle e dobbiamo sfruttare in maniera più consona gli spazi che questa città ci regala”
Splendido.
Lo vado ripetendo da anni, lo vado proponendo da anni, di avere coraggio.
Ma finita l’ebbrezza di aver vissuto le prime liberazioni del lungomare, passato lo stordimento dato dal piacere di godersi in santa pace una delle passeggiate più belle della città, credo sia giusto fare un po’ attenzione ai dettagli e andare oltre.
Perché la mobilità ha poco a che vedere con le passeggiate. Ha poco a che fare con le pedalate familiari sul lungomare la domenica, e riguarda piuttosto la possibilità reale di cambiare le abitudini quotidiane.
Se è di spostamenti che parliamo, perché la mobilità riguarda gli spostamenti, migliorare le nostre abitudini non significa andare a passeggio sul lungomare piuttosto che al Falcone o a Spiaggialunga. Migliorare le nostre abitudini significa cambiare il modo in cui ci spostiamo.
Come andiamo al lavoro, come facciamo andare i nostri figli a scuola. Su quali strade, con quali rischi.
E se un evento come quello di domenica serve a dimostrare che in fondo la gente ha voglia di spazi per le persone, che alla fine si può fare, allora che serva da segnale, e non da paravento.
Giusto qualche giorno fa ho avuto l’occasione di scambiare due parole col Tirreno, che mi chiedeva come – alla luce di finanziamenti dell’80% per interventi in emergenza legati alla situazione – si potesse intervenire in città.
Ci ho pensato un mezzo pomeriggio, ed è uscito questo articolo:
Per chi non avesse tempo di leggerlo tutto, lo riassumo per punti:
– corsie ciclabili a uso promiscuo auto-bici sulle strade principali
– priorità alle bici sulle strade secondarie
– interventi leggeri, rapidi e economici, niente infrastrutture pesanti
– evitare di mescolare i percorsi ciclabili e pedonali
– partire dai collegamenti con le scuole
La motivazione principale alla base dell’inazione finora è stata che non c’erano i soldi, ma ora si parla del’80% dei finanziamenti e di interventi realizzabili con spese irrisorie.
L’altro motivo ricorrente era che da non si può fare, il ministero non vuole, non ci sono gli spazi, non c’è la normativa.
Anche questo sembra cadere sotto i colpi dell’emergenza, per le corsie ciclabili a uso promiscuo, per le case avanzate, e se tutto va bene anche per il doppio senso ciclabile (o senso unico eccetto bici)
Abbiamo tre mesi davanti, prima di settembre, per vedere se davvero gli amministratori avranno davvero il coraggio di cambiare le abitudini legate alla mobilità, o se ci saremo solo goduti una passeggiata senza auto sul lungomare.
Se state attenti, durante le vostre passeggiate, potreste accorgervi anche prima di allora se qualche cantiere sta cambiando qualcosa.
Altrimenti ci vediamo a settembre, coi pullman vuoti e i soliti assembramenti di macchine in fila davanti alle scuole.