piombino in bici

storie e proposte del gruppo piombinese #salvaiciclisti


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sulle tracce degli antichi binari, da Follonica a Massa

ferrovieOtto marzo 2015: l’ottava giornata nazionale delle ferrovie dimenticate.
Avrei già voluto partecipare l’anno scorso, e persi l’occasione. Mancava il tempo, mancava il mezzo, mancavano le gambe.
Quest’anno per fortuna c’era Lorenzo che mi ha dato un po’ di spago, avevo la conferma di partecipazione dei livornesi, ed era l’occasione buona per incontrarsi di persona con qualcuno incrociato spesso in rete,in quest’ultimo anno.

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locandina dell’evento

Un’escursione proposta da FIAB Grosseto sulle tracce della vecchia ferrovia che da Follonica saliva fino a Massa. Una sessantina di chilomeri tra la campagna maremmana, la macchia e il lungomare del golfo. Un gran bel giro, organizzato con precisione e nel dettaglio, con un sacco di gente che è valsa la pena di incontrare.

La partenza l’abbiamo fatta in due, da Piombino. Il tentativo di arrivare a Follonica in treno, per rimanere in tema, si è insabbiato praticamente subito: il cambio forzato a Campiglia, l’impossibilità di essere alla stazione di Follonica in tempo ci hanno subito riportato in tema con la giornata delle ferrovie dimenticate: la tratta che collega Piombino alla linea costiera a quanto pare sembra destinata ad andare ad arricchire il numero delle rotaie scomparse d’Italia. Niente trasferimento in treno,  insomma.  Santa pazienza, il colpo di culo di trovare un camper da farsi prestare per caricare le bici, e siamo riusciti a evitarci di dover pedalare anche i cinquanta km aggiuntivi da casa a Follonica e ritorno.

All’arrivo alla stazione ferroviaria, per ritrovo e iscrizioni, la prima sensazione oltre al freddo maledetto della mattina è  stata quella di straniamento: diverse bici, un sacco di mountain bike, un paio di bici da città, una ragazza con un cavallo di ferro meraviglioso e i copertoncini strada, qualche touring. Un mescolone inusuale di mezzi, a confermare l’incognita del percorso. Iscrizione veloce, due parole di presentazione e partenza in orario. Così, a spanne, un’ottantina di persone.

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i pandaciclisti

Un primo tratto, nella zona industriale, è il male necessario e dimenticabile per levarsi dalla città. Un breve pezzo di vecchia Aurelia, la route 66 nostrana,  e lo sterro che comincia.

1669679_1082937525072926_5553698779271022747_oIl resto del percorso è stato un continuo alternarsi  di cambi di terreno, di paesaggi e di sorprese. Un viale bellissimo, col fondo di terra rossa e i cipressi a lato che nemmeno a Bolgheri. Poi le prime pozze, il passaggio sotto la SS1, altri viali in mezzo alla campagna, la centrale idroelettrica di Valpiana, e diverse soste per aspettare quelli che oltre alla bici poco adatta avevano anche scarsa dimestichezza con il fondo.

Durante le soste, oltre a rifocillarsi con cioccolata e fichi secchi per non schiantare, il racconto a tappe della storia del vecchio percorso ferroviario FMF: la linea ferroviaria Follonica – Massa Marittima, nata nei primi anni del ‘900 e attiva fino al ’44. Venticinque chilometri di strada ferrata, dieci caselli, un ponte sul fiume Pecora per collegare il mare alle miniere di Massa Marittima. Una storia affascinante e misconosciuta, a traccia della quale non ci sono più i binari, ma solo i percorsi splendidi che attraversavano.

A seguire un pezzo di bosco, un po’ di difficoltà e bestemmie per dei tratti in cui probabilmente una MTB sarebbe stata più adatta, e poi di nuovo la Marsiliana, il Molinpresso, un’altra deviazione sullo sterro, e il passaggio sul Pecora, fino ad arrivare a Montioni.

La ripartenza dalla Baciocca, dopo la sosta per il pranzo, trova  solo le gambe un po’ fredde e un filo di sonno residuo, ma tra chiacchere e pedalata passa alla svelta, giusto il tempo di arrivare al bivio per San Lorenzo e mi sono già ripreso. Ormai sembra di essere a casa. La voglia di mòta però prevale di nuovo, e anche a due passi da casa il gruppo di organizzatori venuti da fuori provincia riesce a farmi infilare l’ennesima strada nuova, sempre sterrata, tra  i campi.

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il Molinpresso

Oreopithecus bambolii - foto da Wikipedia

Oreopithecus bambolii – foto da Wikipedia

Sbucati a Riotorto da Nonsodove, probabilmente passati per una proprietà privata, siamo davvero sulla via di casa. Di nuovo storie di vecchie strade ferrate: stavolta la vecchia linea a scartamento ridotto che collegava Carbonifera alle miniere di Montebamboli, con i carrelli che scendevano a caduta o che venivano spostati a trazione animale. Senza dimenticare qualche cenno paleontologico sull’oreopithecus bamboli.

Torre Mozza e il rientro a Follonica sono strade note, e una bella occasione per tirare le fila dei progetti comuni, finire di scambiarsi informazioni e dritte con Graziella dei Pandaciclisti di Livorno, a cui di nuovo rinnovo i ringraziamenti per essersi fatti rubare la campagna 10 minuti, e con Angelo della FIAB grossetana, cicerone della giornata.

A fine escursione è rimasta la voglia di farne più spesso, di uscite lunghe. Ho incontrato persone splendide, pedalato con calma senz ala fretta di rientrare per pranzo,  visto posti dietro casa di cui in parte non avevo idea, e abituato un po’ il culo a stare in sella più a lungo.

La nota blues è arrivata sul finale, nel sentire persone che da Livorno piangono l’assenza di Ponte di Ferro. Nel rendersi conto che alla fine chi la nostra zona se l’è girata con calma, a quindici chilometri all’ora, forse la conosce meglio di tanti che ci abitano. Apprezza un buon percorso se glielo sai indicare, e capisce l’importanza di un’alternativa sicura alle grosse arterie stradali prima ancora che tu gliene parli.

Ho provato a rassicurarli che entro non troppo almeno quel ponte sul Cornia ce lo ritroveranno, più come augurio che come certezza. Spero di potergli dare delle date, di aggiornarli sui lavori quando cominceranno, e di vederli tornare.
Ho scoperto anche che faceva parte della Ciclovia Tirrenica. Quella che da Bocca di Magra arriva a Roma. Quella che ora salta Piombino a piè pari, e che servirebbe ai forestieri, oltre che agli stradisti e ai commuter locali.
Sono tornato a casa anche con la voglia di vedere se riusciamo ad agganciarci Piombino e l’Elba in tempi più rapidi di quelli che ci sembrano volerci per la 398. Alla fine le bici pesano poco, e hanno bisogno di bretelle più piccole.
E la nostra ferrovia, quasi dimenticata, ha giusto una strada che le corre a fianco, per un bel pezzo. Se solo si riuscisse ad allungarla fin dentro la città…

riferimenti:
sito ufficiale ferrovie dimenticate
FIAB
Grosseto ciclabile
La Repubblica sulle Bicistrade Urbane
Mappa del percorso

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prima Granfondo città di Piombino

Oggi come #salvaiciclisti siamo andati a dare una piccola mano agli amici dell’unione ciclistica per rifocillare un po’ al primo punto di ristoro i partecipanti della prima Granfondo cicloturistica città di Piombino:

la locandina

la locandina

Contenti di esserci stati, a dare il nostro piccolo contributo, e di aver incontrato tanta gente rimasta piacevolmente stupita dal nostro territorio, oltre che soddisfatta dell’ottima organizzazione dell’Unione Ciclistica

Una bella chiaccherata con due partecipanti (che hanno affrontato il percorso sul loro splendido tandem col telaio Vetta) ci ha riconfermato che alla fine anche per chi va per strade secondarie a scoprire le bellezze delle nostre zone basterebbe poco per avere città e percorsi extraurbani più adatti e sicuri, servizi adeguati, per un ritorno turistico che altrove (si parlava di Austria, del Trentino, e di altri posti in giro per l’Italia e l’Europa) sta già dando i suoi frutti da anni.

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il primo punto di ristoro

Peccato solo non esser potuti stare fino alla premiazione, ché ci aspettava la bimba a casa. Se ricapita, ci portiamo anche lei.

Grazie a Silvia per averci tirato dentro, a tutti i partecipanti e agli organizzatori per la bella giornata.

I percorsi sono qui sotto (il corto magari il prossimo anno potrei anche provarlo)

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prima edizione Granfondo città di Piombino – il racconto

Ed eccoci al resoconto di questa giornata.

Prima cicloturistica con partenza alla francese organizzata dall’ Unione Piombino.

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Prima per il gruppo, prima per me che all’inizio non sapevo nemmeno dove metter le mani. Un anno fa è nata l’idea di provare ad organizzarne una, il che vuol dire, per il mio team, un anno di lavoro con un concentramento nell’ultimo mese in cui abbiamo pensato solo a farla riuscire, ad ottenere un risultato, che se pur minimo, potesse essere buono per chi avesse potuto o voluto partecipare.
Le riunioni lontano fino a tardi per incontrare le società di circuito.
Gli appunti presi per non dimenticare nulla.
I viaggi dagli amici del Free bikers Pedale follonichese, per ascoltare, per imparare ma soprattutto per entrarci dentro e capire.
Per questa GF abbiamo fatto tutto da soli.
Quello che potevamo fare con le nostre mani è stato fatto. Difficile trovare chi potesse aiutarci e dare quanto noi per faticare meno. Noi abbiamo dato tanto del nostro tempo. Levato alle famiglie, al tempo libero e soprattutto levato al pedalare per far pedalare altri a casa nostra. Fra i nostri colli e quelli dei dintorni.10497966_10203973005635744_1391919916286589007_o

Svegliati ed usciti di casa alle cinque di questa mattina per mettere a punto tutti gli ultimi ritocchi. Preparare la partenza e l’arrivo. Spostare la segreteria sul punto di partenza già da ieri. Un lavoro ben organizzato, forse puntiglioso, come me, ma impeccabile quanto basta per istruire noi stessi ed insegnare la meticolosità e la regolarità anche ai più inesperti del posto. In pochi emigrano per pedalare così. Noi si, a noi è piaciuto così tanto dal volerglielo far vedere. Non mi sarei mai aspettata un risultato così. Se si iscrivevano in cento saremmo stati felici, in fondo era la prima edizione, Piombino non viene frequentata dai cicloturismo da strada. Non è andata così.

È andata meglio. 175 iscritti, una sorpresa.

10431303_10203972978395063_883554670485693244_oUna sfida improvvisa. Poche prescrizioni da poterla immaginare ma, per fortuna, quando sulla schiena mi fanno il solletico le sensazioni, quelle che chiamano presentimenti, il sentore che dovevamo stare pronti anche al bidone ma soprattutto al pienone, beh quel sentore è servito a metter in tasca le cartucce sufficienti alle sopravvenienze. Una delle sorprese più belle è stata veder gli amici di pedale fuori porta, che hanno chiamato, che hanno formato gruppi coesi e abbastanza numerosi, che hanno deciso di muoversi in tanti e farci questo regalo. Gli amici conosciuti pedalando, che hanno dato il loro contributo enorme a far riuscire questo evento. Bello sentirsi chiamare dagli sconosciuti già organizzati per venire, bello ospitarli, bello metterli di fronte alle nostre bellezze cittadine e naturali e farli fermare quanto basta per appropriar le menti di una cartolina visitata in bicicletta. I veterani della ns. società non si sono smentiti nemmeno stavolta,  ed hanno dato il meglio di loro per riempire i palati dei ciclisti venuti. Bello veder iscriversi pedalatori locali, non membri della squadra ma presenti e felici di esserlo. Sarà stata la curiosità, la novità, la scaramanzia, non so cosa sia ma ci son venuti, questo conta.

Bello vedersi restituire l’aiuto dato ai follonichesi per la loro Gf che son venuti a timbrare, digitare, classificare, controllare se avevamo capito cosa dovevamo fare per fare bene il nostro mestiere. Ringrazio Aldo Pacini e Giancarlo Donati per le istruzioni di bordo, Ivano Santini per averci insegnato le manovre, tutti gli iscritti del Free bikers che son venuti a vincersi il loro meritato primo premio. 10511409_10203973106278260_5319063690047640009_oDopo due anni che glielo fregavamo noi era il minimo che potessero fare. Ringrazio i giudici che oggi son stati con noi alle iscrizioni e alle classifiche. Cordiali, loquaci, gentili ed esplicativi di tutte quei piccoli particolari che servono per reggere le mura della gara. Ringrazio tutti i bikers dell’unione che han pedalato e portato tanti punti a casa. 10470986_10203973070157357_4288055655149725486_oRingrazio i forestieri venuti ad assaggiarci come primizie del circuito. Ringrazio i collaboratori, tutti dal primo all’ultimo, compresi i membri di altre associazioni che ci hanno aiutato sui percorsi e ristori. Ringrazio mio padre che ha lavorato come un soldatino da stamattina senza conoscere nessuno. Ringrazio il Presidente Uisp Piombino che ci ha fatto compagnia persino a pranzo. Ringrazio il Sindaco Giuliani che ci ha sorpreso presenziando alle premiazioni. Ringrazio le mie bimbe che son venute a far da supporto. Ringrazio soprattutto il Prosecco Team che oggi ha dato il meglio. Ringrazio il mio fisico per aver retto il colpo.

Concludo pensando che noi ci abbiamo messo la faccia, la fatica, la passione e la dedizione ed in cambio è arrivata la soddisfazione della riuscita.10539165_10203973115278485_5595199978349198277_o

Tre parole: buona alla prima!

Silvia Mangiameli