Quella dei ciclomobilisti e ciclopendolari è un’idea nata qualche tempo fa, in un momento di ozio invernale. Stavamo pensando al fatto che ogni giorno che passa si vedono girare in bici, negli orari di entrata e uscita dal lavoro, un bel po’ di volti nuovi. E che in fondo nel giro di un anno ognuno di noi, uscito dalla propria zona di comfort, ha avuto modo di conoscere altre persone, e sentir raccontare le loro storie.
È stato un periodo abbastanza denso di impegni, di suggerimenti, di scambio di opinioni, e per ognuno dei volti incontrati ci siamo resi conto che alla fine della storia ognuno aveva motivi diversi, aspettative diverse, e soluzioni diverse.
Abbiamo pensato di raccogliere le esperienze di tutti quelli che avevano voglia di raccontarsi, di scambiare impressioni di strada, e di offrire il proprio punto di vista unico, irripetibile e non filtrato da un parabrezza.
E rinnovando l’invito a dire la propria a chiunque si sposti in bici in val di Cornia e passa di qui, dopo Lucy è il turno dell’intervista a Pasquale:
NOME : Pasquale
ETA : 53
LAVORO : Impiegato
quando e come è nata l’idea di utilizzare la bici per gli spostamenti?
Sono stati importanti gli esempi di coloro che utilizzavano la bici per andare al lavoro. Ho un amico che usa la bici a Roma per spostarsi da più di 20 anni. Va a lavoro percorrendo 18 chilometri andata ritorno.
Ed un altro che da parecchi anni va da Cascina a Pisa (13 km a tratta)
Ho sempre guardato con ammirazione a quello che succede in città del nord Europa, dove ho trascorso qualche volta le vacanze e la bici viene utilizzata moltissimo per gli spostamenti quotidiani. Così ho iniziato, diversi anni fa, a fare qualche tentativo: ho provato a percorrere un tratto, non tutto, del tragitto tra lavoro e casa con la bici. Legavo ad un palo la bici in un posto dove era possibile parcheggiare l’auto e il rimanente pezzo lo facevo con la bici. Al ritorno andavo con la bici fino a dove avevo parcheggiato l’auto legavo la bici e riprendevo l’auto. Ma sono stati dei tentativi sporadici.
Dall’estate 2012 ho iniziato ad andare in bici al lavoro con continuità anche se ho dovuto fermarmi, per poco più di un anno, per motivi di salute.
Che tragitti percorri?
Vado al lavoro con la bici, abito a Piombino e lavoro a Venturina. Non seguo la strada che faccio normalmente con la macchina, ho studiato il percorso con cura e ho cercato il più possibile di evitare le strade con elevato traffico automobilistico. Alla rotonda dopo il distributore ESSO fuori Piombino giro per Colmata, arrivo di fronte all’incrocio con le 4 corsie ma io prendo la vecchia strada che scorre parallela alle 4 corsie, fino ai binari della ferrovia nei pressi della stazione di Campiglia. Utilizzo un tunnel sotto la ferrovia (messo molto male, devo scendere dalla bici per percorrerlo), prendo poi un altro sottopasso sotto la Variante Aurelia e arrivo nell’abitato di Venturina, poi al centro commerciale “La Monaca” dove c’è il mio ufficio.
Da casa al lavoro sono 16 Km.
Sono molto affezionato al mio percorso, è un catalogo dei paesaggi e delle attività della Val di Cornia che io vivo con tutti i sensi.
Quante volte a settimana?
2 o 3 volte a settimana, pertanto percorro 64 o 96 Km.
Ehe bicicletta usi (e come si chiama, se ha un nome)?
Non ha un nome proprio, fino ad ora non ci ho pensato, forse è grave! Ci penserò! È una Atala da corsa in acciaio degli anni ’90 o forse addirittura degli anni ’80. Acquistata usata.
Quanto tempo ci impieghi?
Dai 45 ai 50 minuti a tratta.
Quando rinunci a prendere la bici, e perché?
Tempo: più di tre volte a settimana implicherebbe dedicare a questa attività tempo che non ho. Se piove non vado in bici.
Quali ritieni siano i vantaggi principali di andare in bici a lavoro? E quali i fastidi?
Andare in bici mi piace, per me è una gioia. Questo è il vantaggio principale e il più importante. Arrivo al lavoro di buon umore se vado in bici e se alla fine di una terribile giornata di lavoro parto in bici molto contrariato, arrivo a casa tranquillo. Chi va in bici sorride di più!
Tutti, soprattutto se il lavoro è sedentario, dovremmo dedicare, per motivi di salute, una parte del nostro tempo ad un’attività fisica. C’è chi fa jogging, chi va in palestra, chi in piscina etc. Etc. In genere sono attività che comportano sacrifici, un po’ noiose ma necessarie. Io tra queste ho scelto invece la bici e il cammino, cose che mi piacciono e che non mi costano niente in termini economici.
Vantaggio ambientale: consumo meno combustibile, e la macchina dura di più quindi occuperà meno discarica, tema a cui sono molto sensibile.
Svantaggi: qualche volta mi pesa tornare più tardi a casa. Di ostacoli ne ho incontrati molti ma mi è piaciuto trovare il modo di superarli: cercare il tracciato migliore, il migliore abbigliamento per affrontare tutte i tipi di clima, il buio, i guasti della bici etc etc.
Dove lavori c’è un dress code particolare? Una divisa? Hai un cambio abiti?
No, ma ovviamente non resto in ufficio vestito da ciclista (con una bici da corsa devo usare il fondello!!!). Porto un cambio in ufficio i giorni in cui vado con la macchina.
Utilizzi attrezzatura e accessori particolari?
Sì, ho una bici da corsa ma è attrezzata per il bike to work: ho una paletta che sporge lateralmente a sinistra dalla ruota posteriore che serve da deterrente per gli automobilisti che tendono ad accostarsi troppo a me, l’ho vista utilizzare in Belgio e l’ho trovata da Decathlon. Ho due luci posteriori rosse intermittenti, una alla forcella sinistra posteriore e una sul casco. Un faro anteriore bianco molto potente (devo attraversare un pezzo di strada non illumminata in inverno di sera). Ho il campanello, uno specchietto retrovisore per bici da corsa e un portapacchi posteriore.
Abbigliamento per tutte le temperature ad esempio doppi guanti in inverno che mi fanno stare bene anche a 0°C. perché il freddo alle mani in bici è una cosa micidiale in inverno. Comunque vesto sempre abbigliamenti ad alta visibilità con fasce catarifrangenti.
Un consiglio che ti senti di dare ad altri ciclomobilisti/ciclopendolari, sulla base dell’esperienza?
Number one: just do it! Provateci!!!
Io ho seguito i consigli di una guida che si può scaricare dal sito ciclomobilisti.it per chi vuole praticare bike to work e mi è stata molto utile.
Ovviamente rispettare il codice della strada.
Non avere fretta: meglio partire un po’ prima e fermarsi ad un incrocio invece di fare attraversamenti azzardati perché si è in ritardo.
Mai fatto un calcolo del risparmio, tra benzina e mezzo?
Sì, percorro più o meno 3000 km all’anno per andare al lavoro in bici, pertanto se consideriamo euro 0,28 al Km, è quanto mi rimborsano se utilizzo la macchina per lavoro, sono quasi 1000 euro all’anno di risparmio. Inoltre mettiamoci anche un 300 euro almeno che riparmio di retta di palestra o piscina se volessi fare un’equivalente attività sportiva.
Che cosa potrebbe migliorare la tua attività di b2w: il tuo libro dei sogni.
Sarebbe bello potere avere un percorso per l’ingresso e l’uscita da Piombino alternativo a quello delle auto almeno fino a Colmata. Avere un tunnel sotto la ferrovia alla stazione di Campiglia pulito e percorribile con la bici.
Entrambe le cose sarebbero utilizzate da tantissimi ciclisti non solo chi fa tutto il mio percorso.
progetto ideato e realizzato dal gruppo #salvaiciclisti piombino per la pubblicazione senza scopo di lucro sul blog piombinoinbici.wordpress.com
per partecipare, dirci la tua e farci avere qualche foto tua e della bici: salvaiciclisti.piombino@gmail.com
Pingback: Ciclovia tirrenica: a che punto siamo? | piombino in bici