piombino in bici

storie e proposte del gruppo piombinese #salvaiciclisti


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lungomare liberato

Fare o non fare, non c’è provare
[Yoda]

 

C’è voluta la scusa di una pandemia, per correre il rischio di chiudere lungomare Marconi alle auto un giorno intero, una domenica di primavera.

 

Non risultano morti e feriti, quindi evidentemente si poteva fare. I commenti che si intravedono in giro sono (tranne i pochi, soliti noti) perlopiù positivi.
Quindi direi che si può fare di nuovo.

Io e mia figlia ci siamo passati un paio di volte, attraversando la città da una parte all’altra, ed è stata nel complesso una bella sensazione.

C’era anche il sindaco. Gli ho rubato la foto da facebook.

Le famiglie a passeggio, ferme a chiacchierare, coi bimbi liberi di muoversi senza qualcuno a fargli da cane da guardia.
Il vallone, da decenni ormai abbandonato a se stesso, rimasto accessibile solo grazie a chi vive in zona o lo bazzica col cane, finalmente vivo e pieno di gente.
E il resto della città comunque vivibile, comunque senza la solita frenesia di andare di corsa chissà dove, una domenica di primavera.
I ragazzini che finalmente si sono ripresi la città in cerca di incontri troppo a lungo negati, hanno tirato fuori vecchi catorci dai garage, e si ricominciano a vedere in giro. Un paio li ho anche soccorsi, la catena schiantata, ridotta un blocco di ruggine, scorciata quel tanto che basta per rientrare a casa.

 

La giornata non era neanche granché, il vento, le nuvole. Per il distanziamento sociale diciamo che l’iniziativa è servita il giusto.
La scusa di una pandemia, appunto.

Però alla fine della fiera ne è valsa la pena. Come ho avuto modo dai dire nei giorni scorsi: #fatecicaso.

Fate caso all’aria pulita, ai sorrisi dei bimbi dietro le mascherine. Agli uccellini, al silenzio, al rumore del mare e del vento senza i motori di sottofondo.

Ora si tratta solo di provare a rifarlo.
Di renderlo una cosa normale, come nei paesi normali. In modo che anche i più scettici si abituino all’idea.

Un paio di volte, un paio di domeniche, e poi potremo azzardarci ad andare oltre.
Superare l’idea che debba per forza essere domenica, che debba essere per forza solo un’occasione di svago, e definire una volta per tutti che spostarsi – in una città come la nostra – può anche essere un piacere.

A me piace immaginare che il lungomare, oltre a diventare lungomare liberato due domeniche su tre, e magari ospitare bancarelle la notte d’estate, potrebbe diventare in maniera permanente una cosa del genere:

Un’advisory bike lane per il resto della settimana.
Una soluzione pratica, veloce ed economica. Una soluzione efficace, che ho provato in prima persona, che con una rapida mossa toglie le bici dalla scomoda posizione di fare a spallate con le persone a piedi, le mette in sicurezza dando loro priorità rispetto al traffico a motore, permette anche a chi non ha un mezzo a motore di spostarsi in autonomia. I bimbi, i teenager, ma anche le persone anziane.
Senza togliere spazio, senza costosi interventi infrastrutturali

Spazi condivisi.
Un po’ come oggi, ma per tutta la settimana.

Poi la domenica chiudiamo anche. D’estate magari ci mangiamo anche un bombolone a mezzanotte tutti assieme, ci beviamo un paio di birre, ci facciamo suonare per strada.

Intanto voi fateci caso.

E ricordatevelo, a fine pandemia.

 

Sarebbe bello avere un apparecchio in grado di creare silenzi.
Qualcosa di simile a un telecomando.
Con quello, potremmo attraversare il tumulto pieno di spine di una grande città come se navigassimo a vela nella vasta pace di un Oceano
[José Eduardo Agualusa]