piombino in bici

storie e proposte del gruppo piombinese #salvaiciclisti


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#biciFESTAzione

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La prima volta era successo il 28 aprile del 2012: migliaia di persone in bici e a piedi avevano invaso i fori imperiali a Roma per chiedere più sicurezza sulle strade per le utenze deboli. Nasceva #salvaiciclisti. E anche Piombino aveva la sua piccola delegazione.

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Ilia con Capitan 30

Sono passati sei anni, e da allora ci abbiamo messo tutto il nostro impegno.
Ci siamo trovati, ci siamo riuniti, abbiamo elaborato proposte per il Comune, abbiamo tradotto in chiave locale quelle che erano le idee di base, abbiamo fatto pressioni e coinvolto chiunque si dimostrasse interessato.
Ci siamo entusiasmati, illusi, arrabbiati, divertiti. Abbiamo tenuto traccia su questo piccolo blog di provincia di ogni singolo passo fatto, sia avanti che indietro, sulla situazione locale e sulle migliori pratiche internazionali.
Abbiamo provato a fare cultura attorno al tema della mobilità urbana, tradotto e riproposto idee e visioni dei maggiori esperti internazionali. Abbiamo studiato come dei matti, e imparato un sacco di cose belle, che troppo spesso qui vengono trattate come fantascienza mentre sono già realtà da qualche parte nel mondo, dalla Danimarca alla Colombia.

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#bastamortinstrada

Crediamo che sia un po’ merito nostro se anche a Piombino – almeno a parole – certi temi vengono affrontati con un’ottica diversa, non più limitata alle usuali, generiche promesse preelettorali di più piste ciclabili per tutti.

In Italia abbiamo una Legge Quadro sulla Mobilità Ciclistica fresca di approvazione, grazie all’impegno di FIAB, di un ministro-ciclista come Delrio e al lavoro trasversale di alcuni parlamentari illuminati, alcuni dei quali purtroppo estromessi dall’ultima tornata elettorale.
Abbiamo in sospeso una riforma di un codice della strada vecchio di decenni, in cui le biciclette si chiamano ancora velocipedi.
E a breve (forse) avremo un nuovo governo.

A Piombino aspettiamo da mesi che venga approvato un Piano della Mobilità rimandato per l’ennesima volta, e che almeno qualcosa cominci ad essere tradotto in realtà, e non resti solo sulla carta sacrificato sul’altare dell’ennesima campagna elettorale in cui non dover scontentare nessuno. In strada, nel concreto, la situazione è invariata. Aspettiamo, e intanto continuiamo a pedalare.

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In ufficio abbiamo visto moltiplicare le persone che vengono in bici. Abbiamo insegnato ai nostri bimbi. Qualcuno di noi, che andava quasi solo a piedi, si è comprato una bici nuova per il settantesimo compleanno, alla faccia di chi ci vuole male.
Per la strada, ogni settimana incrociamo qualcuno in sella, che fino al giorno prima avevamo solo intravisto dietro a un parabrezza.
Solitamente, ora li vediamo che sorridono.
Siamo convinti che si cambi il mondo con l’esempio, oltre che con le parole.

Intanto sono passati sei anni, e c’è bisogno di un cambio di passo.

Quindi il 28 aprile, da Piombino, tenteremo in qualche modo di raggiungere la stazione di Campiglia, salire sul primo treno utile, e andarcene a Roma. Alla biciFESTAzione. Praticamente quasi una Mission Impossible, visto lo stato dei collegamenti con la civiltà, ma ce la faremo.

Per chiedere spazio condiviso sulle strade, rispetto, diritti, sicurezza.
Per chiedere un nuovo Codice della Strada che tuteli le persone, chi usa la carrozzella, chi cammina e chi pedala.
Per chiedere sostegno per chi vuole cambiare il modo di spostarsi in Italia, per chi vuole meno smog e più trasporto pubblico.

QUI IL DECALOGO DELLE RICHIESTE

Ci incontreremo con gli amici, ne conosceremo di nuovi. Ci sarà da godersi i Fori pedonali, e da far festa.

Sono invitati tutti quelli che credono sia possibile avere città diverse, più a misura di persona. Tutti quelli che hanno tolto le ruotine ai figli, ma non possono farli andare a scuola da soli perché le strade fanno orrore. Tutti quelli che hanno riscoperto la loro città attraversandola in lungo e in largo a un passo più lento, e gli è piaciuta.

Sarebbe bello che venissero anche tutti quelli che vorrebbero, ma da noi non siamo mica in Olanda, manca la cultura…
Perché anche l’Olanda era piena di macchine, e di centri congestionati, e di problemi di parcheggio, finché qualcuno non si è mosso e ha fatto in modo che la cultura cambiasse. E l’ha fatto scendendo in piazza chiedendo spazi e sicurezza per i bambini, anche se i bambini non votano. Soprattutto perché i bambini non votano.

Se non avete una bici, se i vostri figli sono piccoli, se vi piace camminare e vorreste farlo in città più vivibili, venite lo stesso.

Siamo lenti e accoglienti
E sarà una bella festa.

Ci vediamo sul treno, o ai Fori Imperiali.

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